A me piacciono le lasagne come le faceva mia madre con quel profumo di domenica che voleva dire che eravamo tutti a casa. Le lasagne di quando c’erano i nonni e la mia prozia di quando era festa e, visto il numero di parenti, ogni giorno c’era da festeggiare.
E’ passato molto tempo ma alcuni ricordi dell’infanzia restano così nitidi da sembrare fotografie. La nostalgia rende tutto meravigliosamente perfetto, anche se, forse, allora così non mi pareva.
A volte penso che “il nostro essere umani” ci impedisca di vivere a fondo ogni singolo momento e di goderne la bellezza. Siamo stranamente sempre proiettati nel futuro o nostalgicamente con lo sguardo al passato e restii a vivere il presente. Oggi ripenso alla mia infanzia come ad una magia e vorrei che tutto si fermasse ed io potessi tornare indietro. Ma questo succede solo nei film … qui nella vita reale il tempo scorre velocemente ed io mi ritrovo a quasi quarant’anni a guardarmi allo specchio e a dirmi “però, mi sento 10 anni di meno!”.
In questi anni, comunque, di cose ne ho fatte e di alcune ne vado particolarmente fiera. Ho un discreto lavoro, una casa bella ma sempre in disordine, e soprattutto ho una famiglia “importante”.
Guardo i miei figli e vorrei che anche loro avessero tutte le cose che ho avuto io, soprattutto la serenità e la spensieratezza che ogni bimbo dovrebbe avere.
Oggi la vita mi sembra così complicata anche per loro, è così difficile essere figli di questi anni. Vogliamo figli perfetti, che sappiano fare tutto e prima di quanto non sia necessario con l’unico risultato di renderli infelici e frustrati.
Scuola di canto, scuola di ballo, tennis, scherma, piscina … e per giocare non c’è mai tempo. Io sono felice quando vedo i miei figli sereni, amo guardali giocare con “niente” mentre allenano la loro fantasia creando astronavi aliene con le mollette del bucato o disegnare un sole più quadrato che tondo ma che ha ancora la voglia di sorridere.
I miei bambini forse non sono perfetti, si ribellano spesso alle regole, non amano particolarmente il disegno e fanno un sacco di capricci.
Si baciano, si picchiano fra loro ma sono felici; vedo i loro occhi sorridere quando torno a casa stremata, sento il loro respiro calmo mentre si addormentano accanto alla loro mamma ascoltando le favole … con la stessa “Biancaneve” di quando ero piccina.
In quei momenti tutto quello che ci basta è lì, raccolto in quelle quattro mura, nella luce fioca di una stanza piena di letti, di orsetti, di bicchieri e biberon. Vorrei che la sera non finisse mai, che la luce della luna si dilatasse e nascondesse tutti i pensieri del giorno. Le paure, le ansie di una madre, di un padre che devono riuscire a preservare il loro tesoro più prezioso dalle ingiustizie e dai problemi della vita reale.
Penso ai soldi che non bastano mai, al lavoro che mi trattiene per troppe ore lontano da casa e a tutto quello che vorrei fare per loro e con loro ma che non mi è possibile nemmeno pianificare. Vorrei solo non dover lottare ogni giorno per pagare le bollette e avere la mente più serena per aiutarli a vivere meglio la loro infanzia.
Poi li guardo dormire e li vedo sereni e mi dico che tutto quello che sto facendo forse non è completamente sbagliato. Loro mi amano così come sono e per l’amore che ricevono: meglio un abbraccio che un inutile giocattolo in più.
C. S.